martedì 15 giugno 2010

Sicurezza Web

Siti porno, è allarme rosso così imbrogliano i navigatori

Una ricerca dell'International Secure Systems Lab rivela che il 3,23% pullula di trappole: adware, spyware e virus. Un "traffico dei click" smista l'utenza tra siti gratuiti e a pagamento in modo da incrementare i guadagni per tutti di SARA FICOCELLI

ATTIRARE un uomo su un sito pornografico è cosa facile, il difficile è non farlo "scappare" dopo una manciata di secondi. Per tenere inchiodati gli utenti, mediamente osservatori "mordi e fuggi", i siti specializzati hanno dunque messo in piedi un sistema cyber-criminale che impedisce di uscire dalla pagina in meno di tre o quattro click. E i rischi non si esauriscono a una limitazione della libertà personale ma anche della privacy, dato che il tempo in più trascorso saltando per errore da una schermata all'altra viene utilizzato da hacker professionisti per raccogliere i dati dell'utente e cercare di frodarlo.

L'allarme è stato lanciato dal dottor Gilbert Wondracek, esperto di sicurezza informatica dell'International Secure Systems Lab, che ha condotto uno studio ad hoc sul mondo dei siti porno, creandone alcuni e verificando quanto sia facile ingannare i visitatori. La ricerca ha dimostrato che alcuni siti ospitano dei malware, software creati per danneggiare il computer su cui vengono eseguiti, e molti adottano tecniche illegali con l'obiettivo di raccogliere più denaro possibile dalla curiosità dei visitatori. Non c'è da stupirsi: il 90% dei 35mila domini analizzati è gratuito, e i gestori sanno che si tratta del settore su cui più di ogni altro è possibile lucrare. La concorrenza poi è spietata e questo ha portato alla formazione di un far west in cui per gli esperti è facilissimo barare.

L'obiettivo di Wondracek era quello di dimostrare la pericolosità di questi domini: "Finora - ha spiegato alla BBC - sono stati fatti studi sulle possibilità di guadagno e la portata economica dell'industria del porno, ma noi siamo i primi ad aver analizzato il settore dal punto di vista della sicurezza". Il 12% dei siti esistenti sul web offre materiale pornografico e il 70% dei visitatori ha meno di 24 anni. La ricerca è cominciata analizzando i siti più noti, e la prima cosa che è emersa è che è praticamente impossibile distinguere tra affidabili e pericolosi. La differenza principale si ha tra gratuiti e a pagamento e di solito questi ultimi cedono parte del proprio contenuto ai primi così da alimentare il traffico e incrementare gli introiti della pubblicità.

Secondo gli studiosi, circa il 3,23% di questi siti pullula di trappole informatiche come adware, spyware e virus e quasi tutti adottano tecniche criminali per tenere i visitatori "agganciati" alla pagina. Le più frequenti consistono nel ridirigere gli utenti, contro la loro volontà, verso altri domini affiliati (quando magari il visitatore vorrebbe solo aprire un video o guardare un'immagine) e secondo Wondracek questo articolato sistema rappresenta un vero e proprio "traffico dei click", unica vera fonte di guadagno per chi offre materiale gratuito.

In pratica funziona così: i siti più popolari vendono il servizio a quelli che stanno cercando di farsi conoscere o indirizzano forzatamente i visitatori verso quelli meno famosi ma con contenuto a pagamento. I criteri di ricerca degli utenti vengono pilotati in maniera mirata e la porzione di visitatori globale viene "smistata" in modo da garantire a tutti un tot di guadagno, a scapito della qualità del servizio offerto e della reale capacità di scelta dell'utente.

Circa una pagina su dieci presente sul web, pur non appartenendo a un sito pornografico, offre materiale di questo tipo, e per dimostrarlo i ricercatori del team di Wondracek hanno creato dei siti ex novo, alimentandoli con i contenuti di altri gratuiti. Analizzando il comportamento di 49mila visitatori è emerso che in circa 20mila utilizzavano un mix di navigazione e computer facilmente suscettibile di hackeraggio. Molti siti porno compaiono tra le 100 pagine più popolari di internet e questo rende ancora più difficile percepire la differenza tra uno sicuro e uno pericoloso. Secondo Wondracek l'unica cosa da fare è aggiornare continuamente i programmi di sicurezza e utilizzare i sistemi di "navigazione sicura" consigliati dagli esperti. O, al limite, abbandonare il web e noleggiare, come si faceva qualche anno fa, un bel dvd.
(14 giugno 2010)

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