PANDORUM
Due astronauti, il tenente Payton e il Caporale Bower si risvegliano nella loro nave spaziale Elysium che è stata lanciata nel 2174 avendo come meta il pianeta Tanis. La Terra è ormai sovrappopolata e le risorse sono minime e fatte oggetto di lotta per la sopravvivenza. Su Tanis sembra sia possibile ricominciare. I due, che avrebbero dovuto far parte di un turno di operatività, si ritrovano però soli nell'immensa astronave. Bower inizia un'esplorazione che lo porta a una terribile scoperta: pochi umani sono sopravvissuti come tali. Gran parte dell'equipaggio e di quella che avrebbe dovuto essere una sorta di Arca di Noè di terrestri si sono trasformati in mostri assetati di sangue.
E' un film decisamente fuori dal comune questo Pandorum. Lo è in quanto si pone a mezza via tra il decisamente già noto, la citazione classica e il B Movie di buona qualità. L'inizio infatti ci fa pensare a una nostalgia di Solaris (quello ‘vero' non l'esperimento soderberghiano) con i due astronauti privi di memoria ma con la progressiva consapevolezza di aver avuto qualcuno con cui condividere la vita e la cui presenza (fisica o no) potrebbe essere parte dell'astronave. La quale, come in Alien, è a sua volta un personaggio sempre più incombente e minaccioso con la sua labirintica e ferrigna imperscrutabilità. C'è poi tutta la rivisitazione dei più noti temi legati alle riflessioni esistenzial-ecologiche che la sci-fi ci ha già proposto in miriadi di versioni. Il problema è che a un certo punto tutte le premesse iniziali che facevano pensare a quanto sopra vengono convogliate in una strenua lotta per la sopravvivenza tra il Caporale Bower (Payton rischia meno perché è nella sua cabina) e i mostri in cui si sono trasformati i passeggeri dell'astronave. Il che non significa che i colpi di scena manchino. Anzi, aumentano ma si incanalano su un percorso decisamente più legato all'azione veicolando la storia verso un finale in parte prevedibile. Il mix comunque rimane interessante.
E' un film decisamente fuori dal comune questo Pandorum. Lo è in quanto si pone a mezza via tra il decisamente già noto, la citazione classica e il B Movie di buona qualità. L'inizio infatti ci fa pensare a una nostalgia di Solaris (quello ‘vero' non l'esperimento soderberghiano) con i due astronauti privi di memoria ma con la progressiva consapevolezza di aver avuto qualcuno con cui condividere la vita e la cui presenza (fisica o no) potrebbe essere parte dell'astronave. La quale, come in Alien, è a sua volta un personaggio sempre più incombente e minaccioso con la sua labirintica e ferrigna imperscrutabilità. C'è poi tutta la rivisitazione dei più noti temi legati alle riflessioni esistenzial-ecologiche che la sci-fi ci ha già proposto in miriadi di versioni. Il problema è che a un certo punto tutte le premesse iniziali che facevano pensare a quanto sopra vengono convogliate in una strenua lotta per la sopravvivenza tra il Caporale Bower (Payton rischia meno perché è nella sua cabina) e i mostri in cui si sono trasformati i passeggeri dell'astronave. Il che non significa che i colpi di scena manchino. Anzi, aumentano ma si incanalano su un percorso decisamente più legato all'azione veicolando la storia verso un finale in parte prevedibile. Il mix comunque rimane interessante.
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